LA SCUOLA PITAGORICA

13.10.2017

Questa bizzarra storia comincia con un personaggio di nome Etalide, figlio di Ermes ed Eupolemia. Volendo fare un regalo a suo figlio, Ermes gli promise qualunque cosa, ma non l'immortalità. 

«Figlio mio, non posso darti ciò che io stesso non posseggo, poiché alla fine di ogni ciclo del mondo persino noi dei moriamo. Devi chiedere qualcos'altro». 

Etalide chiese allora ciò che di più simile all'immortalità era riuscito a immaginare: poter mantenere immutato il ricordo di se stesso da un'incarnazione a quella successiva.

«Ermes, lasciami ricordare sempre chi sono. Nella vita dopo la morte e poi in tutte le prossime esistenze, non voglio perdere la mia identità». Etalide ottenne ciò che voleva.

Nel 570 a.C, un mercante di pietre preziose di nome Mnesarco era in visita all'oracolo di Apollo, a Delfi, alle pendici del monte Parnaso. L'oracolo era una sacerdotessa, la Pitonessa, la quale entrava in uno stato alterato di coscienza (anche grazie a vapori psicoattivi che si diffondevano da una fessura nel pavimento e alla masticazione dell'alloro) allo scopo di vaticinare. Nei tempi più antichi pare che la sacerdotessa avesse servito un dio serpente, un drago-serpente di grandi dimensioni, ma Apollo lo aveva ucciso instaurando il proprio culto. Da qui il nome di Pitonessa o Pizia in onore del "Grande Serpente" (e qui si potrebbe aprire un discorso sulle antiche razze rettiloidi che popolavano anticamente la Terra; ma noi non lo apriremo).

 «Tua moglie aspetta un figlio; - rivela la sacerdotessa - prenditi cura dell'anima speciale che sta arrivando nella tua famiglia. Sarà l'uomo più grande della sua generazione, un benefattore dell'umanità il cui nome sarà ricordato per sempre».

Mnesarco chiamò il figlio Pitagora, in onore della Pitonessa che aveva predetto il suo destino. 

Già in giovane età avrebbe affermato di essere stato Etalide, figlio di Ermes e di ricordare chiaramente i tratti essenziali delle sue precedenti incarnazioni. Memore delle parole della Pizia, Mnesarco istruì il figlio meglio che poté: Pitagora studiò con il noto fisico Anassimandro e con il filosofo Talete di Mileto. Grazie a Talete la sua vita divenne particolarmente disciplinata: diventò vegetariano, rinunciò all'alcool (per il resto della vita bevve solo acqua) e ridusse le ore di sonno.Si recò in Siria per essere iniziato ai misteri fenici. Fu mandato sul monte Carmelo, dove trascorse alcuni mesi meditando in solitudine. In seguito viaggiò in Egitto per 22 anni, per apprendere i misteri spirituali, ma anche geometria, armonia musicale, astrologia e astronomia. Nel 530 a.C. si stabilì a Crotone (nell'odierna Calabria) e fondò una scuola che in realtà era strutturata come un ashram, ossia una comunità spirituale.

Anche se lo scopo principale era lo studio, la vita nella comunità aveva un effetto trasformativo sugli studenti. Praticavano l'autodisciplina, la meditazione e uno stile di vita etico. Dicevano di lui: «Non insegna, cura le anime». Era sicuramente più vicino alla figura del guru spirituale che a quella del professore.

I Pitagorici celebrano il sorgere del Sole La comunità era famosa per l'armonia che vi regnava: i rapporti umani si basavano su una salda amicizia, sul rispetto reciproco e il perdono. I membri condividevano i loro beni, ma quando un membro decideva di lasciare il gruppo poteva riprendersi i suoi averi. Benché avesse praticato lui stesso la castità, non pensava fosse un requisito fondamentale per la vita spirituale. Credeva nella forza dei legami familiari. Era vietato utilizzare animali per i sacrifici e ucciderli per farci delle pelli, infatti vestivano di lino bianco.

Le donne nella comunità erano tenute in gran conto. Uno dei maestri di Pitagora fu la sacerdotessa Temistoclea, che insegnava etica. Pitagora incoraggiava le donne a studiare filosofia e cosmologia e ad assumere ruoli di guide spirituali. Giamblico stesso indicò 17 donne nell'elenco dei pitagorici più importanti.

«Tieni i bagagli sempre pronti. La morte può arrivare in qualsiasi momento. Sii preparato». Pitagora 

«Non lasciare il tuo posto di battaglia senza un ordine del comandante» [non suicidarti]. Pitagora 

«Le persone sono la causa dei loro problemi. Non riuscendo a vedere il buono che le circonda, rimangono intrappolate in difficoltà che si creano da sole». Pitagora 

«Se l'anima non fosse immortale, la vita sarebbe una festa per i malfattori». Teano da Crotone, moglie di Pitagora

Secondo la tradizione risalente a Giamblico e Porfirio nella scuola esisteva una divisione tra i discepoli, in due gruppi: 

n I matematici (μαθηματικοί - mathematikoi), ovvero la cerchia più stretta dei seguaci, i quali vivevano all'interno della scuola, si erano spogliati di ogni bene materiale, non mangiavano carne ed erano obbligati al celibato. I "matematici" erano gli unici ammessi direttamente alle lezioni di Pitagora con cui potevano interloquire. A loro era imposto l'obbligo del segreto, in modo che gli insegnamenti impartiti all'interno della scuola non diventassero di pubblico dominio; 

n Gli acusmatici (ἀκουσματικοί - akusmatikoi), ovvero la cerchia più esterna dei seguaci, ai quali non era richiesto di vivere in comune, o di privarsi delle proprietà e di essere vegetariani; avevano l'obbligo di seguire in silenzio le lezioni del maestro. Gli acusmatici inoltre non potevano vedere il maestro, ma soltanto udirne la parola, in quanto teneva le sue lezioni nascosto da una tenda.Alcuni abitanti delle città vicine, colpiti dalla saggezza dei pitagorici li invitarono inizialmente per arbitrare le loro dispute politiche. Con il tempo, i pitagorici, sostenitori dei regimi aristocratici che governavano in numerose città della Magna Grecia, fondarono a loro volta un partito che giunse a governare direttamente alcune città dell'Italia meridionale. Furono però travolti dalla rivoluzione democratica del 450 a.C. che causò loro molti nemici. In uno dei giorni più bui della storia antica, un gruppo di fanatici politici attaccò l'ashram, bruciandone le strutture e uccidendo molti pitagorici. Gli altri si rifugiarono in Grecia dove fondarono piccole comunità pitagoriche o insegnarono individualmente.

Solitamente ai bambini a scuola non viene spiegato che dietro il famoso "teorema di Pitagora"... c'è ben altro. 

Questa è una bellissima storia che può servire da ispirazione per il futuro.

Olly West

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